La disidratazione nel gatto è uno dei pericoli più frequenti in cui può incorrere il nostro felino, soprattutto durante i mesi estivi. Può capitare che il nostro amico non beva abbastanza e questo può rivelarsi dannoso per la sua salute: ecco tutto ciò che c’è da sapere.
PERCHÉ IL GATTO BEVE POCO?
Per rispondere a questa domanda partiamo dagli albori della domesticazione: alcune specie sono state addomesticate dall’uomo per il proprio sostentamento alimentare (bovini, ovicaprini, suini) o per il trasporto (equini), mentre i gatti, invece, sono risultati utili per liberare i granai dall’infestazione di topi e ratti. L’inizio di tale rapporto di collaborazione, definito più precisamente commensalismo, si ipotizza essere avvenuto circa 10.000 anni fa nella Mezzaluna fertile. In quest’area geografica gli uomini sono diventati sedentari, costruendo i primi insediamenti stabili e dedicandosi all’agricoltura e all’allevamento.
Il gatto selvatico e di conseguenza il suo cugino domestico sono definiti carnivori stretti, in quanto si nutrono di tessuti animali (piccole prede di vario genere) per soddisfare le proprie richieste metaboliche. L’alimentazione del gatto selvatico è ricca di liquidi in quanto la preda contiene circa il 75% di acqua.
I gatti si sono evoluti in ambienti desertici bevendo una ridotta quantità di acqua, in quanto con la predazione riuscivano a soddisfare il quotidiano apporto idrico, cosa che non avviene con altrettanta facilità in ambiente domestico. Ecco perché fisiologicamente il gatto ha poca sete.
I nostri piccoli felini hanno avuto, fin dagli albori della loro storia con l’uomo, un metabolismo in grado di sostentarsi con poca acqua e sono tuttora in grado di concentrare molto le urine per diminuire le perdite dei liquidi. Questo significa che i gatti bevono quanto la loro natura ha sempre chiesto loro di fare, ma questa riluttanza fisiologica può purtroppo risultare a lungo termine un fattore predisponente per alcune patologie urinarie. È ormai scientificamente assodato il legame tra corretta idratazione e aumentato volume urinario che comporta una riduzione delle patologie delle basse vie urinarie (es: formazione di cristalli, cistiti…)
QUANTIFICHIAMO
La quantità giornaliera di acqua che un gatto dovrebbe assumere è di 40 millilitri per kg di peso e varia in base ad alcuni fattori:
- Peso
- Età
- Attività fisica svolta
- Temperatura ambientale
- Tipo di alimentazione (secca, umida o associazione di entrambe)
- Possibilità di predare
QUALI STRATEGIE POSSIAMO ADOTTARE NOI PROPRIETARI?
L’importanza della ciotola
Posizione
– Per stimolare il gatto a bere, è strategico posizionare diverse ciotole in punti accessibili della casa, magari proprio quelli più amati dal gatto. Evitiamo invece angoli, zone d’ombra o zone nascoste: il nostro felino associa le zone “ben controllabili” a zone lontane da eventuali pericoli, pertanto sarà incentivato ad avvicinarsi alla ciotola.
– Distanziamo la ciotola dell’acqua e quella del cibo: per i gatti sono due attività che vengono svolte momenti diversi, ed è bene quindi tenerle separate.
– Per i gatti gli spazi sono fondamentali: prestiamo quindi attenzione a non avvicinare la zona pulita con la ciotola dell’acqua alla zona sporca (quella della lettiera). I felini, quando cacciano, mangiano ed eliminano le loro deiezioni, allontanandosi dalle sorgenti d’acqua, per evitare che queste vengano contaminate.
Materiale
– Per ragioni igieniche, sono da preferire le ciotole in vetro, ceramica o alluminio rispetto a quelle in plastica.
Forma
-Le vibrisse dei gatti sono molto sensibili, è risaputo, per questo motivo andrebbero scelte ciotole dal diametro ampio e poco profonde, cosicché le vibrisse non siano costantemente stimolate nell’atto di bere.
Acqua
– I gatti preferiscono l’acqua fresca che scorre dal rubinetto piuttosto che l’acqua stantia nella ciotola. Per questo sarebbe preferibile cambiare l’acqua frequentemente: ad oggi esistono anche soluzioni tecnologiche, quali le fontanelle che immettono la stessa acqua ma in movimento continuo.
– Accertiamoci comunque sempre che la temperatura dell’acqua sia idonea per l’abbeveraggio del nostro felino.
L’importanza dell’alimentazione umida
– L’umido è un alimento complementare da offrire quotidianamente, associandolo alla dose giornaliera di cibo secco che andrebbe lasciata sempre a disposizione, in quanto il nostro pet ha la necessità innata di alimentarsi poco per volta e molto spesso durante la giornata. Garantendogli il complemento umido, il gatto assumerà più liquidi rispetto ad una alimentazione esclusivamente secca.
– L’alimentazione umida è consigliata anche per un motivo etologico: il gatto ama la varietà alimentare (infatti caccia prede sempre diverse per soddisfare il fabbisogno di tutti i nutrienti essenziali): la varietà di cibi umidi ad oggi è davvero molto ampia e rispetta in pieno questa esigenza ancestrale.
– Il cibo umido è vivamente consigliato perché è importante per la prevenzione da patologie delle basse vie urinarie a cui i gatti d’appartamento sono altamente predisposti.
Giochiamo
Per incentivare il nostro pet a bere, possiamo provare a fare con lui un gioco semplice e divertente: riempiendo una bacinella con acqua e lasciando galleggiare all’interno delle palline di carta stagnola, il gatto ne sarà attratto e non potrà fare a meno di tentare di prendere le palline.