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Allarme zecche: come difendere cani e gatti

allarme zecche come difendere cani e gatti

Se sei qui avrai sicuramente sentito parlare dell’allarme zecche che si sta diffondendo in Italia come nel resto del Mondo.

Questi fastidiosi parassiti possono essere pericolosi per cani, gatti e anche per l’uomo dato che, in qualità di vettori, trasmettono gli agenti infettivi di malattie molto serie; non vanno quindi sottovalutati!

Leggi la nostra guida per scoprire come riconoscere le zecche, come prevenire l’infestazione del tuo cane o gatto e in generale come difenderti da spiacevoli conseguenze collegate a questi parassiti.

Allarme zecche: la situazione in Italia e nel Mondo

Il 2022 viene indicato negli ultimi mesi dalla stampa come l’anno dell’allarme zecche in Italia.

Ma in Europa e nel resto del Mondo non sembra andare meglio: le agenzie sanitarie nazionali e internazionali lanciano comunicati di allerta per sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica a prevenire e proteggersi da questi parassiti.

Si parla di “allarme zecche” perché, con l’aumentata diffusione di questi invertebrati, è anche salito il numero di casi di gravi malattie trasmesse da questi “vettori” all’uomo.

Le zecche fanno parte della classe degli artropodi (insieme a insetti, ragni, acari) e sono definiti parassiti esterni che necessitano di ospiti animali per vivere e riprodursi.

Nutrendosi del loro sangue possono trasmettere protozoi, virus e batteri responsabili di zoonosi (malattie che possono passare dagli animali all’uomo).

I motivi dell’allerta zecche in Italia e nel Mondo

Lo stato di allerta globale è legato a due fattori che si stanno combinando tra loro:

  • Il cambiamento climatico: da sempre il “problema zecche” riemerge in estate e in generale nelle zone caldo-umide dato che questi parassiti amano tali condizioni climatiche. Ma a peggiorare la situazione è il riscaldamento globale che rende più frequenti le condizioni meteo favorevoli alla diffusione di questi parassiti e su superfici ambientali sempre più estese, risalendo verso il Nord delle terre emerse.
  • Più ospiti a disposizione: negli ultimi anni si registra l’aumentata presenza, negli habitat vicino all’uomo, di animali selvatici (cinghiali, daini e caprioli) che non essendo cacciati né dall’uomo né dai predatori naturali, aumentano di numero e rendono più facile alle zecche, che li utilizzano come ospiti, la diffusione e la riproduzione.

Le zecche: cosa sono, come vivono, perché occorre proteggersi

Le zecche sono parassiti esterni, delle dimensioni che variano da qualche millimetro a circa 1 cm, secondo la specie e lo stadio di sviluppo e sono diffuse in tutto il mondo, con circa 900 specie diverse.

Come appare una zecca

  • Il corpo è tondeggiante e ovale;
  • il capo non è distinguibile dal corpo;
  • ha zampette simili a quelle di un piccolo ragno;
  • è munita di un apparato boccale (rostro) in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue degli ospiti;
  • può avere uno scuso dorsale (zecche dure) o esserne priva (zecche molli).

Perché le zecche sono pericolose

Le zecche sono vettori di diversi agenti patogeni (protozoi, batteri, virus) che possono causare sia negli animali che nell’uomo malattie serie, tra cui le più diffuse sono:

  • la malattia di Lyme (zoonosi trasmissibile all’uomo, trasmessa principalmente dalla zecca dei boschi);
  • la febbre da Rickettsiae (zoonosi trasmissibile all’uomo, trasmessa principalmente dalla zecca del cane);
  • l’encefalite virale (trasmessa principalmente dalla zecca dei boschi);
  • l’ehrlichiosi (zoonosi trasmissibile anche all’uomo, trasmessa dalla zecca del cane.

Le zecche più pericolose per l’uomo sono quelle dei boschi.

Quanto dura la vita di una zecca

La durata di vita di una zecca può essere molto variabile, tanto che può andare da un minimo di due mesi a un massimo di due anni. Dipende dallo stadio biologico in cui si trova, dal clima, e se ha a disposizione nutrimento.

Come e dove si prendono le zecche

Le zecche non saltano e non volano sugli ospiti: si portano sull’estremità di erbe o cespugli e si lasciano cadere quando un potenziale ospite passa (avvertono il calore e l’anidride carbonica emessa).

A quel punto si aggrappano e, conficcando il rostro nella cute, ne succhiano il sangue.

La zecca rimane attaccata per un periodo che varia dai 2 ai 7 giorni e poi si lascia cadere spontaneamente.

È per tali motivi che è importante controllare bene il cane di ritorno da una passeggiata nel verde.

Come capire se il mio cane ha le zecche

  • Controlla il cane subito dopo il rientro da una passeggiata nel verde, soprattutto in primavera ed estate.
  • Massaggia il pelo del cane, andando anche contropelo, per sentire con le dita eventuali protuberanze che possono andare dalla dimensione di una capocchia di spillo a un acino d’uva!
  • Se trovi una protuberanza, sposta il pelo e osserva, magari anche con l’aiuto di una torcia o di una lente d’ingrandimento: se vedi un insetto attaccato alla cute (puoi vedere solo il corpo o anche le zampette) di colore marrone, grigiastro o nero, eccola, l’hai trovata.

Dove si trovano le zecche nei cani

Quando cerchi la possibile presenza di zecche sul tuo cane, assicurati di controllare bene nella zona delle zampe, del collo, delle orecchie e del muso che, essendo molto vascolarizzate, sono le zone dove le zecche prediligono posizionarsi.

Come prevenire le zecche nel cane

Sulla base di quanto detto sopra ti chiederai come evitare che le zecche si attacchino al cane. La risposta è: con la prevenzione!

I trattamenti antiparassitari per cani e gatti

Cani e gatti dovrebbero essere sottoposti tutto l’anno a trattamenti antiparassitari contro pulci e zecche, con maggiore attenzione dalla primavera fino all’autunno inoltrato.

Chiedi consiglio al tuo Veterinario che ti saprà indicare il prodotto e il ciclo di trattamento più adeguato al tuo animale, a seconda dell’età, della razza, della taglia e del suo stato di salute. Si tratta di formulazioni chimiche che vanno maneggiate con cura e attenzione.

I prodotti in commercio possono contenere principi attivi efficaci contro più parassiti (pulci, zecche e pappataci) e sono disponibili in diverse forme:

  • Spray e shampoo antiparassitari: dopo aver indossato dei guanti, si spruzza il preparato sulle mani e si massaggia la pelle del pet, andando anche contropelo;
  • Antiparassitario spot-on: si applicano nella zona interscapolare, quasi vicino alla nuca, impedendo così al pet di leccarsi. Vanno utilizzati almeno una settimana dopo la toelettatura/bagnetto perché sfruttano il grasso cutaneo per diffondere il loro effetto.
  • Collare antiparassitario: usato in combinazione con spot-on e spray, è caratterizzato da un lento rilascio dei principi attivi, garantendo una copertura che va dai 6 agli 8 mesi.

Migliori prodotti antiparassitari per cani e gatti

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Per ulteriori approfondimenti leggi i nostri consigli sui migliori antiparassitari per gatti e su come individuare ed eliminare pulci e zecche nel cane.

Eliminare le zecche in modo naturale: è possibile?

Antiparassitari completamente naturali non esistono: prodotti a base di olii essenziali vegetali (Neem, ma anche lavanda, eucalipto, menta, citronella, geranio, rosmarino) hanno un’azione repellente ma non insetticida.

Possono quindi essere di valido aiuto nella prevenzione ma non forniscono garanzia di protezione.

La prevenzione continua anche in casa

Per prevenire l’infestazione da zecche e pulci (e per la sicurezza della famiglia) è fondamentale curare l’igiene della cuccia di Fido o di Micio e in generale di tutti quei luoghi della casa frequentati dal nostro pet (divani, letti, automobile).

I consigli per una casa libera da parassiti sono:

  • lavare frequentemente i tessili sfoderabili;
  • passare regolarmente l’aspirapolvere con gli appositi accessori;
  • utilizzare spray per ambiente che possono inibire lo sviluppo delle larve, creando un ambiente sfavorevole. Questi spray sono spesso a base di olii essenziali vegetali (che però – ricordiamo – hanno una azione repellente e non insetticida);
  • al ritorno da passeggiate nell’erba alta o tra cespugli controllare e scuotere bene vestiti e zaini.

Come togliere una zecca al cane: la guida pratica

Cosa succede se il cane ha una zecca?

Nella sfortunata ipotesi che il tuo pet abbia una o più zecche per prima cosa non perdere la calma e segui questi passaggi, ricordandoti però di segnalare l’accaduto appena possibile al tuo Veterinario:

  1. Prepara l’occorrente per la rimozione: guanti di lattice, alcool denaturato, un liquido disinfettante e un paio di pinzette pulite. In alternativa alle pinzette ci sono degli strumenti appositi nei negozi pet.
  2. Indossa i guanti e scopri la zona di cute dove è attaccata la zecca.
  3. Prendi le pinzette o uno strumento analogo e afferra bene la zecca, sfilandola con un movimento dolce, continuo e leggermente rotatorio. L’ideale sarebbe estrarla intera per non lasciare pezzi difficili poi da recuperare.
  4. Non utilizzare mai alcool o altre sostanze per “tramortire” la zecca ancora attaccata alla cute: come reazione la zecca può rigurgitare parte del pasto e aumentare la possibilità di trasmettere dei patogeni.
  5. Dopo la rimozione, disinfettare la cute evitando disinfettanti colorati che macchiano la cute (tipo tintura di iodio) e che potrebbero nascondere eventuali arrossamenti estesi, sintomo di una reazione post-puntura.
  6. Non toccare la zecca con le mani ma solo con guanti e poi mettila in un sacchetto o barattolo che andrà riempito di alcool al 70%  per ucciderla.
  7. Conservala e portala dal veterinario per una successiva identificazione morfologica in caso il tuo pet manifestasse strani sintomi (stanchezza, inappetenza, febbre) i giorni o settimane successive al “morso”.
  8. Controlla spesso il tuo pelosetto e se osservi zone di cute arrossata o irritata che si estendono, nella zona della puntura, rivolgiti subito al veterinario.

Cosa succede se rimane un pezzo di zecca attaccata al cane o al gatto

Se il rostro (parte uncinata) rimane sotto la cute del tuo cane o gatto puoi provare a rimuoverlo con un ago o pinzette sterili. Ma per sicurezza ti consigliamo di portare il tuo pet dal Veterinario.

scritto da Mariangela Sanna

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